In un momento storico in cui tutti i settori industriali devono impegnarsi per raggiungere ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione sul medio periodo, l’Automotive non dovrebbe limitarsi a considerare l’elettrico come l’unica soluzione possibile.

Al contrario, una visione più ampia delle tecnologie disponibili permetterà di individuare approcci diversificati per un’industria automobilistica progressivamente più ecosostenibile, basata sia sulle batterie elettriche che su fuel alternativi come l’idrogeno e i biocarburanti.

È questo, in sintesi, il punto di vista espresso proprio quest’anno dalle due principali associazioni di categoria di settore, ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) a seguito dell’ultima edizione dell’importante fiera milanese Transpotec.

L’Automotive del futuro secondo ANFIA e UNRAE: dall’elettrico ai biocarburanti, fino all’idrogeno

ANFIA auspica che la transizione ecologica preveda l’impiego di una gamma diversificata di tecnologie poiché, pur essendo oggi molto concentrata sull’elettrico, non sembra tenere conto che il sistema di infrastrutture che dovrebbe garantire la ricarica dei veicoli non è ancora sufficientemente sviluppato. Allo stesso tempo, rimane altrettanto evidente che non siano ancora auspicabili camion elettrici per lunghi tragitti. Per queste ragioni, sarà necessario poter contare non solo sull’elettrico ma anche sui biocarburanti (in una prima fase) e poi, progressivamente, sull’alimentazione a idrogeno.

Per quanto riguarda invece UNRAE, il presidente della sezione veicoli industriali Paolo Starace ha sottolineato l’importanza di una crescita del sostegno pubblico per incentivare la transizione del settore, specie in considerazione dell’attuale carenza di investimenti sulle infrastrutture e di incentivi davvero degni di nota per chi desidera acquistare già da ora un veicolo meno inquinante. In tal senso, Starace ha ribadito che, se Paesi come Olanda e Germania dispongono di contributi che coprono fino all’80% dei costi, l’Italia si assesta al di sotto del 10% e non dispone di un numero sufficiente di colonnine di ricarica per veicoli elettrici sul territorio.

In generale, entrambe le associazioni confermano la centralità dell’elettrico sul breve-medio periodo, spiegando però che (almeno al momento attuale) la sua messa a terra è complicata per la carenza di infrastrutture. Tale limite dovrebbe già da ora aprire le porte a soluzioni di carattere ibrido, possibilmente alimentate da biocarburanti, mentre sul lungo termine l’industria Automotive dovrebbe necessariamente orientarsi sui veicoli a idrogeno.