Nelle scorse settimane, il quotidiano IlSole24Ore ha dedicato un interessante articolo a quella che viene definita la “quarta Rivoluzione Industriale” applicata al settore Automotive.
Nello specifico, il settore automobilistico – che sta vivendo un’importante fase di ripresa – si avvia verso il futuro con un ottimismo rimasto sconosciuto nel corso degli ultimi anni, e più che mai pronto ad affrontare la sfida della digitalizzazione e dell’Industria 4.0.
Secondo quanto emerso dalla recente assemblea dell’ANFIA (Associazione Filiera Autoveicolistica), tenutasi nel novembre scorso presso lo stabilimento Fiat Chrysler di Cassino, la quarta Rivoluzione Industriale dovrebbe vedere l’investimento di 20 miliardi di incentivi fiscali.

Il presidente dell’associazione, Aurelio Nervo, ha parlato a lungo della ripresa della produzione di auto in Italia nel corso dell’ultimo biennio, dopo il preoccupante crollo che, nel decennio precedente, aveva toccato la drammatica percentuale del 50%. Secondo Nervo, la produzione di auto nel 2016 potrebbe persino aver superato di qualche punto quella del 2015: 1,1 milioni di unità contro 1 milione.
In buona sostanza, l’Italia e il suo settore Automotive sembrano muoversi di pari passi con il mercato mondiale, cresciuto del 5% nei primi nove mesi del 2016 dopo l’1,4% complessivo del 2015. Dati incoraggianti, quindi, che sembrano spalancare le porte a una nuova concezione dell’Automotive e dell’Industria, sempre più votata alla tecnologia e alla digitalizzazione.
In questo senso è stata proprio l’Italia a fare un enorme balzo in avanti, soprattutto se si considera che nel 2014 il nostro Paese era dotato di tecnologie avanzate soltanto per un quarto delle sue macchine utensili. In 24 mesi tutto sembra essere cambiato, soprattutto, spiega ANFIA, “grazie al superammortamento degli investimenti produttivi”.
I prossimi mesi saranno cruciali per cementare l’avvio della nuova Rivoluzione Industriale del settore Automotive. Nervo ha parlato di necessità di “superamento del gap dimensionale e di quello digitale delle aziende italiane”, ma anche di “maggiore messa in rete delle eccellenze” e di “riqualificazione di capitale umano”. Tutto questo, naturalmente, supportato da leggi stabili e competitive che il settore necessita e si aspetta nel 2017 e nei prossimi anni.




